Le norme in vigore e i tagli apportati dal Governo al personale delle pubbliche amministrazioni non permetteranno la loro stabilizzazione, con la conseguente paralisi delle attività di regolarizzazione dei cittadini stranieri.
Ieri mattina, nell’ambito di una mobilitazione nazionale, che appunto ha visto muovere i primi passi nei mesi scorsi proprio nella nostra provincia, la CGIL, la FP-CGIL e NIDIL-CGIL di Bergamo hanno inviato una nuova lettera di denuncia al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al Presidente della Provincia, Ettore Pirovano, e, per la seconda volta, ai Parlamentari e ai Consiglieri regionali eletti nella provincia di Bergamo.
La lettera porta le firme di Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della CGIL, Giovanni Martina della segreteria FP-CGIL di Bergamo, e di Mauro Rossi, segretario generale provinciale di NIDIL-CGIL.
Nella lettera, che trovate in versione completa in allegato, si legge:
“Riteniamo che la stabilizzazione del personale da tempo determinato a tempo indeterminato sia una grande opportunità e sia la naturale evoluzione di un fruttuoso rapporto lavorativo iniziato già otto anni fa, segnato da grandi risultati conseguiti in condizione di estrema difficoltà.
Riteniamo altresì che, per evitare continui peggioramenti del servizio, è importante una immediata riattivazione dei contratti di somministrazione oggi cessati e la predisposizione di un piano per facilitare la stabilizzazione di questi lavoratori”.
“Già nel mese di aprile a parlamentari e consiglieri eletti in bergamasca era stata inviata una lettera, in cui avevamo segnalato la situazione e chiesto un impegno preciso per conseguire i risultati della stabilizzazione di questi lavoratori oltre che della continuità del servizio” dicono oggi dal sindacato. “Nessuna risposta, però, era arrivata. Non ci stancheremo, tuttavia, di chiedere la stabilizzazione fino a che non porteremo a casa il risultato”.
A fine luglio, intanto, la Camera dei Deputati ha votato all’unanimità una mozione dal titolo “Proroga di dodici mesi dei Contratti di lavoro dei 650 precari a tempo determinato del Ministero dell’Interno”. Da allora ad oggi, però, il Governo non è intervenuto per sanare la situazione.
Nei mesi scorsi sulla stampa locale erano comparse le preoccupazioni per la vicenda da parte di Gennaro Terrusi, viceprefetto di Bergamo, e dei sindacati di polizia
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