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COMUNICATO STAMPA
9 LUGLIO 2010
VERGOGNA ENI: PATTEGGIA 290 MILIONI DI EURO PER UN CASO DI CORRUZIONE IN NIGERIA
MOCERA: “COSI’ SI TRADISCONO I PICCOLI AZIONISTI E I CONSUMATORI”.
La società petrolifera Eni, partecipata al 30% dallo Stato italiano, pagherà 365 milioni di dollari (290 milioni di euro) alle autorità americane per chiudere un procedimento giudiziario negli Stati Uniti, relativo a un caso di corruzione in Nigeria.
L’ha reso noto ieri la società in un comunicato. Il consorzio TSKJ, al quale Eni partecipa (attraverso Saipem) con il 25%, è stato accusato dal Tribunale di Houston (Texas) di aver pagato 180 milioni di dollari di tangenti a funzionari politici e dittatori nigeriani dal 1994 al 2004 per costruire impianti di liquefazione del gas a Bonny Island, nel sud della Nigeria.
Un affare da 6 miliardi di dollari.
“290 milioni di euro sono quasi il 7% dell’utile di bilancio 2009. Si tratta di soldi scippati ai milioni di piccoli azionisti che credono in questa grande società italiana”, ha dichiarato Gianmario Mocera, Presidente di Federconsumatori Lombardia.
Su Bonny Island e su un caso di “corruzione internazionale” in Kazakistan che coinvolgerebbe Eni, sono stati aperti procedimenti anche presso il Tribunale di Milano.
Nell’eventualità di una condanna, ai sensi della legge 231/2001 sulla responsabilità degli amministratori, potrebbe essere confiscato “il profitto del reato”. Un costo che potrebbe pesare ulteriormente sul bilancio.
“La corruzione non è solo un problema etico ma anche finanziario”, continua Mocera. “Ci auguriamo che a farne le spese, dopo i piccoli azionisti, non siano anche i milioni di consumatori che ogni giorno scelgono i prodotti e i servizi di Eni”.
Federconsumatori Lombardia
Il Presidente
Gianmario Mocera