FLC LOMBARDIA

Milano C.so Porta Vittoria, 43


COMUNICATO STAMPA

Apprendistato a 15 anni.
Formigoni, Gelmini e Sacconi lanciano in Lombardia la campagna “Io lavoro non studio”.

Firmata nella giornata di Lunedì 27 Settembre l’intesa tra Formigoni e i Ministri Gelmini e Sacconi per l’applicazione dell’art. 48 della legge sull’apprendistato nella nostra Regione.

“Per contrastare la dispersione scolastica e lo sfruttamento della manodopera minorile la Lombardia gioca la carta dell’apprendistato di primo livello per adempiere al diritto dovere d’istruzione e formazione”. Così hanno affermato in coro i Ministri Gelmini, Sacconi e il Presidente della Regione Lombardia Formigoni.
Tradotto, questo sta a significare che in Lombardia il totale della dispersione scolastica si riduce intervenendo semplicemente con la sottrazione a questa del numero degli utenti coinvolti in un anno di studio.
Una vera magia, un bel colpo d’illusionismo teatrale.

Precisato che come FLC CGIL Lombardia siamo poco interessati a questi colpi, quel che ci preme di mettere in evidenza, accordo alla mano e allegato tecnico compreso, è quanto segue:

• Tutta l’Europa impegna in percorsi di formazione gli studenti e le loro famiglie fino al 18 esimo anno d’età mentre in Italia ciò vale solo fino a 16 anni e ora in Lombardia si è decide di scendere a 15;

• I soggetti interessati verranno impegnati per 400 ore di formazione annue che potranno essere spese interamente in azienda o impresa. La scuola, luogo d’istruzione per eccellenza, potrà quindi essere del tutto assente;

• La certificazione degli esiti e quindi l’assolvimento dell’obbligo d’istruzione non è rimessa in capo ad un’istituzione scolastica ma ad Enti regionali accreditati del Sistema d’Istruzione e Formazione regionale. Un vero trasferimento di poteri a Formigoni in materia di diplomi di Stato;

• Ad una figura, quella del Tutor, viene data la responsabilità di costruire per il soggetto interessato, il percorso formativo, di sostenerlo didatticamente, insegnando, di monitorare l’attività e gli esiti ed in fine di valutarlo. Sempre a lui, il Tutor, viene affidata l’intera responsabilità dell’azione formativa in perfetta contraddizione con tutti gli studi, europei e internazionali, che sostengono la necessità di un’azione formativa e valutativa multipla, d’equipe.

I rischi di un’operazione simile e pensando strettamente ai soggetti interessati sono pesanti!

Potrebbero legittimamente, ad esempio, essere commessi abusi vero l’utente chiedendo allo stesso di lavorare in azienda a determinate condizioni in quanto facilmente ricattabile rispetto alla certificazione degli esiti finali.
Non solo, il costruire esperienze di formazione “selettive” e limitanti e già in giovane età, rischia di segnare il futuro, quando tutto il mondo sa che è fondamentale acquisire una formazione ampia, poggiata su un “certo” bagaglio culturale e scientifico ma soprattutto flessibile dal punto di vista professionale.

Abbiamo letto ampi stralci del programma quadriennale regionale 2010-2014 di Regione Lombardia e francamente ci risulta difficile restare non attratti dalle sirene “formigoniane”, quando si scrive che è solo con l’innovazione e la ricerca che si riuscirà a reggere i livelli di competitività europea e internazionale condizione indispensabile per ricacciare indietro gli effetti della grave crisi economica. Come si fa a non essere d’accordo con quanto così scritto e dichiarato? Ci domandiamo però, dopo la firma di questa intesa, se davvero quelli siano i reali intendimenti e quanto questi siano veramente praticati e ancora se questa invece non rappresenti realmente un passo indietro, visto che in Lombardia, esempio di virtuosità culturale, scientifica e tecnologica, si sceglie di fare l’esatto contrario.
Di fondo questa scelta non può non richiamare il rischio di un impoverimento che oltre ad essere di ordine culturale varrà anche per il campo scientifico e tecnologico.

Più volte Formigoni ha parlato di “centralità della persona” e di questo troviamo traccia anche dentro il testo dell’intesa siglata, peccato però che continui a non comprendere che mettere al centro della nostra vita sociale la persona significhi invece “promuoverla”, fornirgli i mezzi per “partecipare”, metterla nelle migliori condizioni per essere all’altezza della molteplicità delle sfide che gli scenari futuri contemplano.
La Lombardia con questa intesa, come già detto, compie un grave passo indietro e decide di non guardare al futuro e ai bisogni che questo avanza e richiede.

FLC CGIL Lombardia dice no a questa intesa dice no a una prospettiva di arretramento culturale, scientifico e tecnico per i giovani.

FLC CGIL Lombardia invita tutti gli operatori della scuola, gli utenti e le loro famiglie a non cedere a simili lusinghe perché destinate a non dare certezze per il futuro delle nuove generazioni.

FLC CGIL Lombardia chiede invece alla Regione e al Governo d’impegnarsi verso un reale sostegno di promozione della cultura, della scienza, della tecnica, della ricerca, dell’innovazione, puntando realmente, con risorse e investimenti certi, sulla qualità dell’offerta formativa.

E’ questo quel che occorre fare, è questo quel che serve ai nostri giovani e al nostro Paese.


Milano 30 Settembre ‘10

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