“Richiameremo l’azienda ad una responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori che in 30 anni di attività hanno contribuito alla crescita del marchio Candy, il quale, a nostro avviso, è in debito con loro. Per questo non intralci in nessun modo la possibilità di concessione di nuovi ammortizzatori sociali e di avviamento di corsi di formazione”.
Una delle ultime novità delle ultime settimane è stato l’annuncio ufficiale da parte dell’azienda, di fronte all’assessore provinciale a ai sindacati, dell’imminente vendita dell’area industriale Donora.
Le dimensioni di Donora in passato:
Per i lavoratori Donora, che nel 2001 erano 600, dopo una serie di riduzioni d’organico il colpo di grazia era arrivato il 22 novembre 2005 quando l’amministratore delegato aveva annunciato l’imminente chiusura dello stabilimento. In quel periodo vi lavoravano in 385. Per tutto il 2006, scioperi, blocchi di autostrade, incontri al Ministero e con le istituzioni locali, proteste allo stadio, ma soprattutto un lunghissimo presidio di quasi tre mesi avevano accompagnato le trattative.
Gli ultimi mesi:
Gli impegni presi dall’azienda durante la trattativa che a febbraio aveva portato alla proroga della cassa in deroga, si affrontava anche la questione del polo logistico di Cortenuova che nelle intenzioni aziendali dovrebbe diventare magazzino centrale del gruppo Candy sul territorio italiano: in vista di un ampliamento del sito i sindacati avevano chiesto che i futuri posti di lavoro che verranno creati possano essere occupati da lavoratori ex Donora, alcuni di quei circa 150 ancora senza prospettive. I sindacati, negli scorsi mesi, avevano anche presentato una loro proposta di massima sulle modalità di ricollocazione di questi lavoratori:
- hanno chiesto che venga data priorità ai lavoratori con maggior anzianità di servizio;
- che non vengano assunti tramite cooperative;
- che venga mantenuto uno stipendio dignitoso vicino a quello percepito in Donora;
- che si garantisca loro almeno un anno di contratto a termine;
- che, se dovesse cambiare il gestore del magazzino, il nuovo committente si prenda carico dei lavoratori
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