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FLC CGIL LOMBARDIA
Milano C.so Porta Vittoria, 43
flc@cgil.lombardia.it
Regione Lombardia, USR Lombardia, MIUR.
Centri di Formazione Professionale e esame di Stato.
I brutti effetti dell’intesa Gelmini- Formigoni.
Gira in queste ore insistentemente la voce che, dopo numerosi incontri tra Regione Lombardia, USR Lombardia e alcuni Direttori dei CFP lombardi, sia imminente un bando riguardante la legittimazione di processi formativi utili all’ammissione all’esame di stato dopo un V anno integrativo per gli studenti dei Centri di Formazione Professionale.
Non essendo stati invitati a discutere su tali questioni abbiamo chiesto informazioni direttamente in Regione Lombardia la quale ha confermato che un primo incontro si è svolto il 27 Settembre scorso e che sono in programma ulteriori incontri di verifica circa la fattibilità.
I termini della discussione pare abbiano riguardato:
1. Attivazione del V anno presso CFP con corso di 990 ore complessive di cui 80% con docenti abilitati per l’acquisizione delle competenze di base e un 20% con docenti dell’area tecnico-professionale degli stessi Centri;
2. Attivazione del V anno aperta a tutti i corsisti diplomati durante l’anno formativo 2009-2010, quindi con Diploma Regionale di quarto anno; ma anche ad allievi che abbiano frequentato il IV anno in precedenza e quindi siano in possesso della certificazione di Competenze o Frequenza e Profitto (pregressi 4° anno - dal 2005/2006 al 2008/2009);
3. Massimo 100 allievi;
4. Inizio corsi entro novembre 2010;
5. Finanziamento con dote regionale;
6. Minimo di 12 iscritti, massimo di 25 per formare una classe;
7. Emanazione di apposito bando regionale, bando in uscita entro la prossima settimana di Ottobre;
8. Accordo/convenzione siglato tra i CFP e i soli Istituti Professionali di Stato;
9. Esame da effettuarsi presso il CFP a cura della Commissione Statale dell'Istituto Superiore convenzionato.
Nel tentativo di darci un minimo di riferimenti normativi che possano dare un significato a tali volontà, abbiamo preso a riferimento alcuni documenti.
Il primo è quello dell’intesa Regione Lombardia e MIUR, dello scorso 16 Marzo 2009, tesa a regolamentare i percorsi di Formazione e Istruzione Professionale previsti dalla legge regionale 19 del 2007,
in modo da renderli compatibili con il sistema d’istruzione nazionale.
Nell’intesa, infatti, facendo riferimento agli studenti che potranno conseguire, al termine del 4° anno, il diploma Professionale regionale di Tecnico d’Istruzione e Formazione Professionale, si dice che costoro potranno frequentare successivamente un quinto anno “finalizzato a sostenere l’esame di Stato valido anche per l’ammissione all’Università”.
L’ordinamento d’istruzione e formazione professionale regionale si completerebbe, infatti, sempre secondo l’allegato tecnico dell’intesa, in termini sperimentali nell’ a.s. 2010-11, con l’istituzione di un percorso di studi “realizzato d’intesa con le Università e con l’Alta Formazione Artistica, musicale e coreutica”.
Il secondo documento utile non poteva che essere il Decreto Legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 "Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma dell'articolo 2 della legge 28 marzo 2003, n. 53" che al comma 6 fa si riferimento al fatto che con titoli e qualifiche conseguiti al termine dei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale di durata almeno quadriennale si può sostenere l'esame di Stato. Precisando, però,che il candidato all’esame si presenta in quanto “privatista”.
Fatte queste precisazioni ci vengono spontanei alcuni interrogativi.
• Come mai si parla di convenzioni da parte dei Centri di Formazione Professionale con gli Istituti Professionali di Stato quando il riferimento normativo parla di Università e l’Alta Formazione Artistica, musicale e coreutica?
• Per accedere all’esame di Stato negli Istituti Professionali occorre che gli studenti siano in possesso di un diploma di Qualifica statale triennale, titolo quest’ultimo che gli allievi dei CFP non possiedono. In proposito riteniamo improponibile che MIUR e/o USR Lombardia possano sostituire l’abilitazione all’esame considerando utile il possesso di diplomi di qualifica regionale della Formazione Professionale anche inventandosi chissà quale nuovo protocollo d’intesa.
• Se è all’intesa del Marzo ’09 che si fa riferimento, occorre tenere presente che la stessa, in merito alla funzionalità di tali corsi riportava nel suo specifico articolato anche dell’esistenza di apposita Contrattazione Integrativa Regionale in materia di gestione di risorse e personale e a quanto c’è dato di sapere di ciò non si è fatto alcun cenno
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Avremmo altri interrogativi da sottoporre alle istituzioni interessate qualora provvedessero a convocarci, per ora, nel formulare alcune nostre considerazioni finali, ci limitiamo a questi.
A nostro avviso sarebbe tutto molto più semplice se Regione Lombardia dichiarasse a chiare lettere che vuole portare all’esame di Stato, quali candidati privatisti, gli studenti che hanno frequentato i CFP e che a questi e ai loro Centri, attraverso il sistema “dote regionale”, prova a dare loro un mano per sostenere l’esame di Stato. Tesi questa, dei candidati privatisti che , a nostro giudizio, è confermata anche dalla recentissima circolare MIUR N. 85 sugli esami di Stato dello scorso 13 ottobre e che alleghiamo a questa notizia.
Sarebbe tutto molto più comprensibile, anche se non giustificabile, perché non possiamo considerare che ciò valga in maniera esclusiva per qualcuno.
Se invece s’intende fare una forzatura per dire che ora in Lombardia si possono conseguire diplomi di Stato anche presso i CFP crediamo realmente che il “sistema” Regione sia palesemente fuori strada.
Da voci di corridoio che abbiamo raccolto e non stupendoci affatto per queste, viste le volontà velleitarie in materia di federalismo, parrebbe che davvero questa sia la strada e la meta che il nostro assessorato regionale intenda perseguire e che per ciò sia stato richiesto nelle scorse settimane al Ministro Gelmini l’autorizzazione a procedere.
Se queste sono le intenzioni è bene che si sappia che FLC CGIL Lombardia è totalmente in disaccordo. Dopo i diplomi scolastici quadriennali regionali, per nulla spendibili, in realtà, fuori dalla Regione, non vorremmo trovarci nelle condizioni che ai Centri di Formazione Professionali sia rilasciata la possibilità di diplomare per conto dello Stato.
Infine FLC CGIL Lombardia, per quanto fino ad ora trattato, avendo presente il tavolo aperto su tutte le questioni attinenti la Formazione Professionale e la contrattazione in materia di CCNL per il comparto scuola, chiede a Regione Lombardia e all’USR Lombardia di essere resa partecipe sia a livello d’informativa e concertazione che di contrattazione integrativa.
Milano 15 Ottobre ‘10
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