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Le iniziative FILLEA-CGIL di Bergamo da domani fino al 27 febbraio
IL MONDO DEI RESTAURATORI IN UNA TAVOLA ROTONDA IL 27 FEBBRAIO
E da domani la mostra ”Fantasmi dei cantieri”, fotografie dei lavoratori che ogni giorno tutelano e valorizzano i patrimoni artistici italiani
Bergamo, giovedì 18 febbraio 2010
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, lo dice l’articolo 9 della Costituzione. Nella pratica, con le loro mani e il loro lavoro quotidiano, a tutelare il patrimonio italiano ci pensa la categoria dei restauratori, degli archeologi, degli storici dell’arte, dei tecnici scientifici, in totale 39mila addetti in tutt’Italia. Numerosi e con un ruolo importante, ma “fantasmi”, come li definisce la FILLEA-CGIL, perché mal riconosciuti dallo Stato, pur diplomati o laureati, troppo spesso precari.
Al mondo dei restauratori la FILLEA-CGIL di Bergamo dedica due iniziative, una tavola rotonda ed una mostra fotografica (in allegato, qualche immagine).
La tavola rotonda si terrà sabato 27 febbraio, alle ore 10, nella sede CGIL di via Garibaldi 3 a Bergamo (sala Luciano Lama). Introdurrà i lavori Luciana Fratus della FILLEA-CGIL di Bergamo. Sono in programma gli interventi di Delfina Fagnani, restauratrice, Laura Metta, coordinatrice FILLEA Restauro Lombardia, Giovanni Valagussa, direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo, e di un’ispettrice della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici. Coordina la discussione Dario Franchi, docente di Storia dell’Arte.
La tavola rotonda sarà preceduta e accompagnata dalla mostra ”Fantasmi dei cantieri” un’esposizione di fotografie di lavoratori del restauro di tutt’Italia (arricchita da undici pannelli del restauro della Pala del Tiepolo di Rovetta realizzati dal Liceo Artistico di Bergamo). L’esposizione sarà aperta da domani, 19 febbraio, fino a sabato 27 febbraio nella sede CGIL (orario 9-12 / 15-18 da lunedì a venerdì il sabato dalle 9 alle 12, sempre nella sede CGIL di Bergamo).
Mondo del lavoro, sicurezza, contratti, prospettive del settore ma anche cultura e restauro a Bergamo (fra appalti e committenti) saranno i temi al centro della discussione della tavola rotonda del 27 febbraio: “I problemi di questo settore di cui non si parla mai sono molti” spiega Luciana Fratus della segreteria provinciale FILLEA-CGIL. “Ad esempio a restauratori ed a archeologi si applicano contratti completamente estranei alla tipologia di lavoro, oppure fortemente inadeguati nel definirne la professionalità e recepirla negli inquadramenti: dal contratto dell’edilizia artigianato a quello dell’edilizia industria, da quello dell’edilizia cooperativo al contratto Federculture (pubblico),
dal contratto del legno a quello lapideo al contratto dei metalmeccanici e quello degli studi professionali. Per di più, poi, le imprese eludono l’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro e come dimostrano le cifre, ben il 52% dei lavoratori del settore ha contratti di lavoro autonomo (co.co.pro. e partita iva). Anche se l’alta specializzazione potrebbe far pensare ad una adeguata capacità di contrattazione individuale, nella maggior parte dei casi si tratta di lavoro subordinato mascherato da lavoro autonomo. La precarietà di questo lavoro è tale da spingere molti, tra i 35 e i 40 anni ad uscire dal mercato ed a provare a dedicarsi completamente ad un’altra attività”.
Secondo la FILLEA, la mancanza fino ad oggi di requisiti esigibili abilitanti alle diverse professioni ha portato alla diffusione di un lavoro spesso dequalificato e mal pagato. “L’attuale percorso di attestazione della qualifica professionale del restauratore, però, si ispira quasi esclusivamente ai principi di qualità espressi dai titolari delle imprese, escludendo tutti coloro che da anni lavorano nel settore del restauro, lavoratori lasciati fuori dal mercato e in condizioni di sfruttamento” continua Fratus.
In tutta Italia nei mesi scorsi si era levata la protesta degli operatori del restauro contro le novità sul bando per l'accesso alla professione. Contro questo provvedimento, infatti, FILLEA-CGIL, FILCA-CISL e FENEAL-UIL avevano lanciato unitariamente una petizione al presidente della Repubblica. Il 12 dicembre in piazza Santi Apostoli a Roma si è anche svolta una manifestazione su questo tema. Nelle ultime settimane è stato aperto un confronto formale sulle proposte del sindacato per la modifica della normativa.
A livello nazionale la FILLEA-CGIL ha deciso di promuovere, poi, un ricorso dei lavoratori del restauro e sostenere legalmente l’impugnazione del Decreto davanti al TAR del Lazio.
A Bergamo e in provincia sono una cinquantina i restauratori con contratti di lavoro dipendente (rintracciabili perché iscritti alla Cassa edile), a cui vanno aggiunti molti altri che sono liberi professionisti, quelli assunti con contratti a progetto, o contratti diversi da quello dell’edilizia (legno, chimica…). Il settore del restauro è quasi esclusivamente al femminile.
La FILLEA sottolinea, poi, che quello dei beni culturali, secondo i dati pubblicati nel Rapporto sull’Economia della Cultura in Italia 1990-2000, è un settore strategico su cui puntare, visto che il tasso medio annuo di crescita del settore culturale, inteso in una accezione ampia, è stato pari al 2,5% (maggiore dunque a quello relativo all’economia nel suo complesso che è stato pari al 1,6%); in termini di occupazione, il settore culturale, ha contato nel decennio passato oltre 385.000 addetti, con una dinamica di crescita media annua pari a +2,2% .
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