COMUNICATO
SENZA IL GIALLO NON C’È L’ARCOBALENO DIGNITÀ, DIRITTI, INTEGRAZIONE
PRESIDIO ITINERANTE LUNEDÌ 1 MARZO
dalla sede della Regione in via XX settembre alla Prefettura in via Tasso.
Ritrovo ore 18, partenza ore 18.30
Comitato promotore: rete 28 marzo (Associazione Il Porto, CGIL, CISL, Comunità Ruah, CUB, Iscos, Missione Santa Rosa da Lima, Segretariato Migranti, Ufficio Diritti CGIL, Anolf).
Aderiscono: ARCI, Convergenza delle Culture, Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Rete 28 Marzo coordinamento di Albino, Tavola della Pace di Bergamo, UIL, Donne Internazionali, Ass. Toubkal, Celim Bergamo, Libera Bergamo.
L’IMMIGRAZIONE È UN FATTO UMANO PERCIÒ DOBBIAMO:
• vincere il razzismo culturale, sociale e istituzionale combattendo i luoghi comuni, l’individualismo, i pregiudizi e gli slogan che sintetizzano l’ignoranza del fenomeno migratorio;
• ricordare che migliaia di immigrati “irregolari” sono costretti a lavorare e vivere in condizioni precarie e ricattabili perché l’esecutivo non procede ad una giusta regolarizzazione;
• ricordare che gli stranieri regolari sono spesso discriminati dalle delibere di alcuni comuni (come ad esempio quelle di Alzano Lombardo, Villa d’Ogna, Palazzago, Brignano, ecc.) e sono penalizzati da una burocrazia che porta a tempi di attesa insostenibili (sei mesi per un permesso di soggiorno, quattro anni per le cittadinanze);
• ricordare che per un immigrato la perdita del posto di lavoro porta, dopo sei mesi, alla condizione di clandestinità e il ricorso al lavoro nero diventa, per sopravvivere, la strada obbligata;
Per questo i padroni senza scrupoli e la criminalità organizzata favoriscono situazioni di sfruttamento per incrementare i propri profitti.
PER QUESTO CHIEDIAMO:
• la cancellazione della legge Bossi-Fini e del Pacchetto Sicurezza regolarizzando tutte le persone che lavorano;
• chiediamo al Prefetto di riprendere i lavori del tavolo tecnico istituito dopo la grande manifestazione del 28 marzo scorso per risolvere i problemi che gli stranieri hanno nei rapporti con le istituzioni;
• chiediamo agli enti locali di farsi carico delle pratiche burocratiche degli stranieri e di valorizzare le molteplici realtà di associazionismo e volontariato laiche e religiose presenti sul territorio che sperimentano forme ed esperienze di integrazione e convivenza sociale, culturale e religiosa.