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Ospedale San Paolo di Milano: un suicidio che parla!

Il suicidio, lunedì scorso, del dirigente il settore appalti dell’Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano è solo un ulteriore tassello di quanto pare emergere da quell’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nella vita politico-istituzionale lombarda che ha portato, la scorsa settimana, all’arresto di circa trecento tra imprenditori, esponenti di spicco della criminalità calabrese, funzionari e amministratori pubblici.
Pasquale Libri, il dirigente suicida, viene descritto dalle cronache come giovane rampollo legato alle cosche, giunto direttamente da Reggio Calabria per assumere l’incarico di Responsabile degli appalti per la ristorazione dell’ospedale milanese e – sempre secondo le notizie giornalistiche – ora “in trattative” per procurare alla moglie un posto da dirigente presso l’ASL di Pavia, dove era Direttore sanitario quel Carlo Chiriaco finito nelle maglie degli arresti della settimana scorsa.
Queste notizie, se confermate, gettano nuove e più preoccupanti ombre sulla gestione della sanità in Lombardia.
Una sanità che il Presidente Formigoni ha sempre portato a esempio sul piano nazionale per la sua presunta capacità di ridurre sprechi e di dare servizi di qualità. Una sanità che la Regione Lombardia, prima fra tutte, ha aperto agli appetiti di grandi investitori privati, tra i quali sembra ora affacciarsi l’interesse criminale delle cosche mafiose.
Di fronte alle notizie di questi giorni non ci si può accontentare dei “non so” di chi ha le maggiori responsabilità istituzionali. Sanità, rifiuti, edilizia, sono da sempre noti come i settori di intervento più appetiti dai poteri criminali, e l’affacciarsi oggi – grazie all’azione della Magistratura e delle Forze dell’ordine, che vanno sostenute nel loro lavoro – dell’ipotesi di un intreccio profondo tra affari criminosi e fortune politiche di parlamentari (regionali e nazionali), deve conoscere ben altre assunzioni di responsabilità.
Florindo Oliverio, Segretario Generale FP CGIL Lombardia, dichiara: “Sarebbe il caso, a fronte degli ultimi eventi, che il Consiglio Regionale della Lombardia attivasse immediatamente una commissione d’inchiesta sulla gestione delle aziende sanitarie regionali, pubbliche e private accreditate, per verificare sui numerosi appalti che si sono moltiplicati in questi anni, da quelli edilizi a quelli per la ristorazione, da quelli per il trasporto assistito a quelli per la gestione dei centri unici di prenotazione (CUP). Tutti settori in cui anche il lavoro è stato mortificato, senza che il sindacato abbia mai potuto intervenire a tutela dei lavoratori, anche grazie alla lontananza di sedi e uffici amministrativi dei gestori privati, prevalentemente ubicati nelle regioni finora considerate più esposte ai fenomeni mafiosi”.

Milano, 22 luglio 2010

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