CGIL BERGAMO

Accordo lontano dopo il trasferimento di lavoratori dalla provincia di Brescia a Verdello (Bg)

PHOENIX, DOMANI NUOVO SCIOPERO E CORTEO

Roncelli, FIOM-CGIL: “Troppe bozze d’accordo dall’azienda, poi sempre stravolte ad ogni incontro”
 

Bergamo, mercoledì 20 gennaio 2010

Ancora non c’è un accordo né una bozza certa su cui discutere alla Phoenix di Verdello, l’azienda leader nella produzione di matrici ed attrezzature per l'estrusione dell'alluminio. Eppure più di una volta l’intesa era sembrata dietro l’angolo.

Domani, i lavoratori scendono di nuovo in sciopero per 4 ore, dalle 8.30 alle 12.30, e formeranno un corteo che partirà dalla sede in Viale Lombardia a Verdello e raggiungerà la strada Francesca e strada ex-statale 42 Verdello-Treviglio.

La vicenda è iniziata con la decisione (ormai realizzata) di trasferire i lavoratori dello stabilimento bresciano di Paderno Franciacorta a quello bergamasco di Verdello, dove l’organico è salito, così, a quasi 300 unità. La ricollocazione a Verdello di lavoratori in esubero nel bresciano aveva portato una certa preoccupazione tra i lavoratori dello stabilimento bergamasco. La soluzione che sembra profilarsi è la cassa integrazione a rotazione per 80 persone su 280 in organico.

“I lavoratori sono sempre più arrabbiati e preoccupati per la situazione e chiedono di arrivare ad un accordo per poter riprendere la loro vita normale” spiega Giovanna Roncelli della FIOM-CGIL di Bergamo. “Il problema in questa trattativa è che l’azienda ha speso più bozze d’accordo, ogni volta stravolgendole. Resta, al momento, tutto ancora in discussione: dalla questione degli 80 esuberi, all’anticipo della cassa speciale, all’incentivo all’esodo. La verità è che, visti i continui cambiamenti di propositi dell’azienda, i lavoratori cominciano a vedere il trasferimento di una parte di loro da Brescia alla bergamasca come un imbroglio che li lascerà senza tutele. Lo spostamento d’organico, infatti, doveva essere contestuale all’accordo. Si conti, poi, che per il trasferimento dei lavoratori, avevamo chiesto un’indennità di disagio garantita a parole dall’azienda ma non ancora assicurata. Infine, malgrado Phoenix abbia dichiarato che ci avrebbe presto convocato, non si è ancora fatta sentire”.